9-04-2009 09:34

A proposito di caccia

AMBIENTE E/E' VITA ONLUS E L'ATTIVITA' VENATORIA

       Il tema della "caccia" è sempre stato affrontato dalle associazioni ambientali o meglio, "ambientalistiche" con approcci pregiudiziali che ne hanno determinato una visione necessariamente critica e tendenziosa in ossequio all'osservanza di quel principio animalista, faro ispiratore delle posizioni poi assunte sull'argomento.

       L'associazione Ambiente e/è Vita da sempre coerente con quello che è lo spirito informatore della propria attività, racchiuso nella frase  "l'uomo al centro del sistema ambiente", anche su questo tema si discosta sensibilmente da quello che è il "comune sentire ed agire" delle altre associazioni ambientali.

       Non per nulla e non per caso, in sede di audizione presso la XIII Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati in data 19.09.2006 sulla conversione in legge del D.L. n. 251 del 16.08.2006 (recante disposizioni urgenti per assicurare l'adeguamento dell'ordinamento nazionale alla direttiva 79/409/CEE in materia di conservazione della fauna selvatica), l'Associazione Ambiente e/è Vita è stata l'unica ad esprimere netta contrarietà alla conversione del suddetto Decreto nella versione proposta, sottolineando la necessità di sostanziali modifiche.

        Ciò naturalmente non vuol dire che l'essersi schierata a fianco delle associazioni venatorie abbia comportato il recepimento delle istanze e delle politiche da tali soggetti perseguite.

        Fedele al proprio principio ispiratore, l'Associazione è sempre stata per una politica ambientale concreta, basata sul principio dello sviluppo sostenibile, e scevra da ogni estremismo e fondamentalismo.

        Ancor più nell'attività venatoria il principio dello sviluppo sostenibile deve essere seguito ed applicato.

        A tal proposito, l'Associazione Ambiente e/è Vita ritiene che l'attuale normativa generale sulla caccia (L. 157/92) vada rivista ed adeguata alle mutate condizioni che ne avevano giustificato la nascita.

       Dopo oltre 15 anni è necessario un reistling che tenga in debita considerazione anche la normativa degli altri paesi europei al fine di avere una regolamentazione il più possibile uniforme pur con i necessari distinguo del caso dovuti alle diverse situazioni locali ed ambientali.

        Pertanto un SI alla caccia ma non un SI indiscriminato, bensì contemperato dal principio dello sviluppo sostenibile, che comporta un prelievo venatorio scientificamente regolamentato.

        In tale ottica, come già sostenuto precedentemente, per evitare letture e indirizzi di "parte" è necessario attribuire la più ampia autonomia e potenziare le funzioni ed il ruolo tecnico-scientifico dell'INFS - Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica - sottraendolo al controllo di Ministeri più o meno "politicizzati" e collocandolo nuovamente sotto la vigilanza della Presidenza del Consiglio dei Ministri d'intesa con la Conferenza Stato- Regioni.

          L'Associazione Ambiente e/è Vita  valuterà, pertanto, i singoli provvedimenti di riforma della legislazione venatoria sulla base dei contenuti proposti che dovranno necessariamente rispondere al principio della "ragionevolezza" con la mente sgombra da qualsiasi pregiudizio in merito.

Avv. Enrico Baldelli
(responsabile settore legale e normativo)