11-12-2004 11:19

Condono Edilizio

Qualcuno, forse perché toccato nel vivo, è stato particolarmente violento nelle critiche, qualcun altro, più moderato e riflessivo, ha addotto motivazioni con maggiori aperture al dialogo ed altri ancora, mostrando un più alto senso di responsabilità, si sono dichiarati possibilisti a condizione che si garantissero alcuni principi fondamentali. Pochissimi coloro che, particolarmente sensibili ai conti pubblici, hanno trattato l'argomento sostenendosi completamente favorevoli.
Lo schieramento degli oppositori, come quello dei propensi, va da destra a sinistra ricoprendo tutto l'arco costituzionale. Con motivazioni anche molto differente: economiche, morali, sociali fino a quelle più squisitamente ambientali.
Ed allora giù a buttar dati sull'edificazione abusiva realizzata e realizzanda, città che sorgono dall'oggi al domani, il tutto privo di una reale fondatezza matematica. Qualche amministratore da una parte legifera per disarmare, giustamente, la legge in questione mentre dall'altra accelera le procedure per l'abbattimento delle case abusive realizzate. Al che possiamo affermare che la norma del condono edilizio, ancor prima di nascere, ha prodotto già due importanti risultati!
C'è persino chi, come l'ex ministro Visco che, pur (recentemente) condannato dalla Corte di Cassazione per il reato di abuso edilizio, commesso nell'isola di Pantelleria, boccia la proposta di sanatoria, senza possibilità d'appello. Egli ha trasformato un vecchio ripostiglio in una villa a 3 piani, con terrazzi vista mare, annessi e connessi. Il tutto a 60 metri dalla battigia (ove la normativa regionale prevede il divieto assoluto sino a 150 metri), in un'area di particolare pregio paesaggistico e tutelata.
Per contro, ci sono fior di docenti universitari ed imprenditori del nord che realizzano abusivamente le loro ville al sud (la Sicilia è la più gettonata), presidenti di consigli regionali, liberi professionisti, artigiani post comunisti, contadini, impiegati, pensionati e disoccupati, tutti uniti dallo stesso reato: abuso edilizio.
Poi c'è il mondo della connivenza, anch'esso politicamente variopinto, a cui appartengono le amministrazioni comunali che rilasciano licenze e finanziamenti per costruzioni realizzate o da realizzarsi in netta difformità agli strumenti urbanistici vigenti (quando ci sono). P.S.: Ma non fanno capo a loro le competenze sulla redazione dei piani regolatori?! Regioni che si guardano bene dal demolire ecomostri realizzati in contrasto con le norme urbanistiche vigenti, spesso in aree vincolate o demaniali.
E poi c'è il condono ed il concordato fiscale, varati da governi di sinistra come da quelli di centro e di centro - destra che, a veder bene, dal punto di vista strettamente morale non differiscono da quello edilizio.
Assunto quanto sopra, considerando lo stato precario in cui versa la questione urbanistica del nostro Bel Paese (ove sussistono situazioni di completa assenza di strumenti urbanistici e realtà in cui questi sono antichi di 30 e più anni), vista la cronica carenza di una efficace politica per la casa ed in considerazione della negativa congiuntura che sta investendo l'economie occidentali, appare meno scandaloso parlare serenamente ed apertamente della possibilità di condonare taluni edifici, realizzati difformemente alle norme territoriali, in cambio di una equa oblazione.Infatti non è detto che ogni qual volta si offende la legge, realizzando un'opera abusiva, si offenda parimenti il paesaggio interessato dal manufatto. Spesso le stesse opere "in regola", come gl'interi quartieri realizzati con la legge 167/78, in stile sovietico, offendono ancor più da decenni la stessa dignità umana, l'ambiente, il territorio ed anche la nostra cultura estetica!

Quanto sopra non intende in nessuna maniera giustificare chi ha commesso il reato ne avallare la norma in questione così come è stata proposta ne come è stata varata dal Consiglio dei Ministri.
Ma appare chiaro che, se si vuole dare realmente un proficuo contributo per la tutela dell'ambiente, nelle sue componenti territoriali, paesaggistiche, della qualità delle acque, etc., è necessario partire da una visione del problema quanto più conforme alla realtà. Senza facili ed inutili strumentalizzazioni. È necessario distinguere l'abuso offensivo, sia moralmente che ambientalmente, da quello per necessità, familiari spesso legate a carenze urbanistiche e procedurali.
In questo senso vanno le richieste del Ministro dell'Ambiente, on. Matteoli, di cui molte sono state recepite nel documento passato allo studio del Senato. Il silenzio - rifiuto per le costruzioni realizzate in aree sottoposte a vincolo, i fondi aggiuntivi per l'abbattimento delle opere non sanabili e per il ripristino ambientale, l'impossibilità di condonare edifici che insistono in aree vincolate (parchi, riserve naturali, etc.), in aree demaniali in cui sussiste il vincolo relativo, in aree boschive distrutte da incendi dolosi ed altre ancora, sono presenti nell'attuale versione della proposta di legge.
È noto che la stragrande maggioranza dell'elettorato di Alleanza Nazionale non può condividere questa norma, nella sua sostanza, ma consapevoli dello spirito che l'ha partorita ci si augura che, nei passaggi parlamentari, siano raccolte anche le altre raccomandazioni del Ministro dell'Ambiente ovvero, ad esempio, dell'incondonabilità del manufatto realizzato in tutte le aree demaniali (senza alcuna distinzione) oppure di quello non sono conformi alle prescrizioni sulla sicurezza (ubicato in zone sismiche ed alluvionali, etc.).
Per recuperare qualche decina di milioni di euro, che verrebbero così persi, ci sono già molte proposte (quelle del ministro dei Beni e delle Attività Culturali o del ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti) che, certamente, appaiono più spendibili in termini politici ed ambientali.