DIRITTI CIVILI PER IL TIBET!

Crimini ambientali nel Tibet occupato dalla Cina comunista.
Per quasi duemila anni il Tibet, composto dalle tre regioni amministrative denominate Kham, Amdo e U-Tsang, è esistito come una nazione sovrana.
La Cina comunista, che ha invaso e occupato il paese nel 1949, considera come "Tibet" la cosiddetta "Regione Autonoma Tibetana" creata nel 1965, comprendente, in larga parte, quella che per secoli è stata la regione dello U-Tsang.
Il Tibet, comunemente conosciuto come "il Tetto del Mondo", è situato nel cuore dell'Asia e, dal punto di vista ambientale, è una delle più importanti regioni del mondo.
Situato a nord dell'India, del Nepal, del Buthan e della Birmania, a ovest della Cina e a sud del Turkestan orientale,si estende per circa 2.500 chilometri da ovest a est e per 1.500 da nord a sud, raggiungendo una superficie di 2.5 milioni di chilometri quadrati (equivalenti a più di due terzi dell'India).
Ha un'altitudine media di 3.650 metri sopra il livello del mare e molte delle sue montagne superano gli 8.000 metri... una per tutte, il monte Everest che, con i suoi 8.848 metri, è la vetta più alta della Terra.
L'altopiano tibetano è il più alto e il più esteso del mondo e domina tutta la parte centrale del continente asiatico.
Gli fanno corona a sud la catena dell'Himalaya e a nord le montagne dell'Altyn Tagh.
A occidente si fonde con le cime del Karakorum mentre a oriente scende in modo graduale verso le vette del Minyak e del Gangkar.
Prima dell'occupazione cinese, il Tibet era, dal punto di vista ecologico, un territorio equilibrato e stabile perché la conservazione dell'ambiente era parte essenziale della vita quotidiana dei suoi abitanti.
I Tibetani vivevano in armonia con la natura grazie alla loro fede nella religione buddista che asserisce l'interdipendenza di tutti gli elementi esistenti sulla terra, siano essi viventi o non viventi.
Questa credenza era ulteriormente rafforzata dalla stretta osservanza di una norma che potremmo definire di "autoregolamentazione"
Una norma comune a tutti i buddisti tibetani, in base alla quale l'ambiente deve essere sfruttato solo per soddisfare le proprie necessità e non per pura cupidigia.
Dopo l'occupazione del Tibet, l'attitudine amichevole e armoniosa dei tibetani nei confronti della natura fu brutalmente soppiantata dalla visione consumistica e materialista dell'ideologia comunista cinese.
All'invasione fecero seguito devastanti distruzioni ambientali e violazioni dei diritti umani.
Le politiche economiche cinesi causarono la deforestazione, il depauperamento dei pascoli, lo sfruttamento incontrollato delle risorse minerarie, l'estinzione della fauna selvatica, l'inquinamento da scorie nucleari, l'erosione del suolo e le frane.
Oggi lo stato dell'ambiente in Tibet è altamente critico e le conseguenze di questo degrado saranno avvertite ben oltre i suoi confini.
Per una Nazione e per un Popolo che nella pace, nella tolleranza e nella non violenza hanno posto le basi della loro cultura e della loro stessa ragione di vita, nel rispetto della Tradizione, della Religione e della Natura
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