5-01-2005 17:55

L'ombra delle ecomafie dietro le proteste di Acerra

Altro che mobilitazione civile contro l'inquinamento. Dietro le proteste contro la costruzione del termovalorizzatore di Acerra ci sarebbe la regia della malavita organizzata campana. Ne sono convinte le autorità amministrative e inquirenti che vedono un collegamento tra gli interessi dell'ecomafia, la speculazione criminale che lucra sul business delle discariche abusive, e la sollevazione popolare che da mesi agita la cittadina in provincia di Napoli e che, a fine agosto, ha generato una vera e propria guerriglia urbana tra facinorosi e forze dell'ordine. Gli scontri avrebbero avuto per protagonisti numerosi pregiudicati probabilmente pagati dalla Camorra per scendere in piazza e creare disordini.

Al di là degli incidenti abilmente orchestrati dalla malavita, è vero che la popolazione di Acerra e dintorni nutre una preoccupazione diffusa per le possibili ricadute nocive legate all'attività del previsto termovalorizzatore. Tuttavia, occorre valutare lucidamente i pro e contro dell'iniziativa. Infatti, anche se il termovalorizzatore produce un inevitabile impatto inquinante (fumi, ceneri a stoccaggio speciale, ecc.), in Campania la gestione dei rifiuti è oramai ingovernabile. Le discariche legali sono piene, e la cittadinanza campana si oppone (giustamente) alla realizzazione di nuove discariche. Trasportare i rifiuti in Germania o nel nord Italia è un palliativo costoso.

Del caos approfittano le ecomafie, che gestiscono micidiali discariche abusive. Vere e proprie bombe ecologiche e sanitarie che trasudano sostanze tossiche e cancerogene come la diossina, il piombo, i sali di ammonio e di alluminio. Sostanze che trasudano nella terra avvelenandola, che contaminano le falde acquifere, che si diffondono nell'aria quando i rifiuti bruciano in modo non controllato. E le conseguenze sono micidiali.

Uno studio oncologico pubblicato ad agosto sulla prestigiosa rivista scientifica "Lancet" definisce la zona compresa tra Nola, Acerra e Marigliano come un vero e proprio "triangolo della morte, dove l'inquinamento provocato dalle discariche abusive genera livelli record di tumori e malformazioni fetali. Per fare solo un esempio agghiacciante, mentre nel resto d'Italia il tumore al fegato colpisce 14 persone su 100mila, ad Acerra e dintorni si arriva a 35 casi su 100mila abitanti. In pratica, causa rifiuti, il rischio di ammalarsi di gravi patologie epatiche raddoppia. E lo stesso discorso vale per quasi tutte le principali forme tumorali.

Numeri su cui dovrebbero riflettere i cittadini di Acerra prima della prossima protesta contro l'impianto di termovalorizzazione.