2003 Gennaio

di Nino Sospiri

Tale modalità di smaltimento, la

cui scelta va sicuramente minimizzata

prediligendo metodi alternativi,

rappresenta l'ultima fase dell'intero

processo di recupero, riutilizzo,

riciclaggio e termovalorizzazione

della spazzatura prodotta ogni

giorno.

Proprio in tale direzione si muove il testo presentato

dal Ministro dell'Ambiente, là dove vieta lo smaltimento

di quei materiali che rappresentano un pericolo

o che potrebbero più convenientemente essere

riciclati o recuperati per la produzione di energia.

Innovative e funzionali all'accrescimento degli standard

di sicurezza di questi siti appaiono le regole previste

dalla nuova normativa. Tra i punti più qualificanti

del provvedimento

c'è l'obbligo

per tutti gli operatori,

pubblici e privati, di

una garanzia finanziaria

che copra i costi di

controllo e mantenimento

della discarica

per almeno trent'anni

dopo la chiusura, per

evitare il rischio di discariche abbandonate, la cui bonifica rappresenta troppo spesso un costo insostenibile che rimane a carico della collettività.

Il provvedimento dispone, inoltre, il recupero del biogas; detta regole per la gestione, per tutto il periodo necessario (anche oltre il minimo di 30 anni), del percolato; reca, infine, norme per lo smaltimento di particolari tipi di rifiuti, quali l'amianto.

Il quadro della gestione del rifiuti in Italia appare oggi disegnato a tinte fosche a causa dell'incapacità dei passati Governi di programmare un sistema integrato che preveda la riduzione all'origine, il riuso e il recupero dei materiali, il riciclaggio dei prodotti e la valorizzazione energetica. L'aumento dei requisiti necessari all'apertura di nuove discariche e l'inasprimento dei controlli permetterà, d'ora in avanti, di limitare i fenomeni malavitosi fino ad oggi favoriti dall'incertezza delle regole e dall'assenza di verifiche periodiche sulla buona conduzione degli impianti. Solo così i rifiuti potranno diventare una "risorsa" e non rappresentare più un "problema".

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