2005 Gennaio

L'editoriale di Nino Sospiri 

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Questo movimento tellurico giustamente definito, per le dimensioni dell'area coinvolta e per la vastità delle popolazioni colpite, uno dei più gravi disastri naturali di tutti i tempi, ha provocato danni immediati che sicuramente non potevano essere evitati. Tuttavia, considerando che una gran parte delle vittime si trovava a distanza di migliaia di chilometri dall'epicentro del sisma, sicuramente sarebbe stato possibile salvarne tante con un programma di allarme tempestivo che avvisasse le popolazioni rivierasche e permettesse loro di mettersi in salvo lontano dalle onde assassine; queste, infatti, hanno impiegato anche alcune ore per raggiungere progressivamente le coste sulle quali si sono abbattute con effetti devastanti.

Che ciò sia possibile è dimostrato dal fatto che in aree ad alto rischio sismico, come il Giappone e la costa occidentale degli Stati Uniti, sono stati messi a punto non solo sistemi per la premonizione degli eventi sismici ma soprattutto programmi per informare tempestivamente e attivare azioni per la  protezione delle popolazioni a rischio. Questo, unitamente ai programmi per una edilizia anti-sismica che hanno ridotto drasticamente i danni alle strutture, ha reso minimo l'impatto sulle persone anche in presenza di sismi di grado elevato.

Al giorno d'oggi esiste anche la possibilità di utilizzare la rete di satelliti che orbitano intorno alla terra per osservare anomalie sulla superficie terrestre; le onde di maremoto, quali quelle originatesi nell'ultima tragedia, si sarebbero pertanto potute rilevare immediatamente permettendo di intervenire, almeno nelle aree servite da sistemi di comunicazione radio-telefonica, con rapidità ed efficienza.

Purtroppo la localizzazione del terremoto e il livello di sviluppo delle aree da esso colpite (si tratta dei paesi più belli ma anche tra i più poveri del mondo) non avrebbero comunque permesso, anche con la più moderna tecnologia, la diffusione di un avviso di pericolo alla maggiore parte delle persone residenti stabilmente o occasionalmente nelle aree investite dalle onde marine causate dal sisma.

Ecco quindi la necessità di affrontare questa problematica in chiave politica a livello mondiale con accordi e programmi analoghi per finalità, ma completamente diversi per obiettivi e contenuti, a quelli previsti dal protocollo di Kyoto, pur pienamente condivisi, per la protezione dell'ambiente dall'inquinamento. In questo caso si tratta, infatti, di una regolamentazione universalmente sottoscritta per la protezione dell'ambiente da parte degli interventi dell'uomo, mentre nel caso degli eventi sismici si tratterebbe di un programma di protezione dell'uomo dagli effetti di eventi distruttivi naturali.

L'Italia può svolgere in questo campo un ruolo importante, non solo per le sue capacità tecnologiche e per l'alto grado di conoscenza conseguito in campo sismico, ma soprattutto per l'efficiente macchina organizzativa del suo sistema di protezione civile, che in occasione di eventi naturali, sia in Italia che all'estero, ha ottenuto un unanime riconoscimento e apprezzamento a livello nazionale e internazionale.

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